Sin dai primi anni del duemila si è sviluppata una sempre più dilagante trico-fobia, soprattutto per i peli di genere femminile. In questi lunghi anni di lotta alla peluria, numerosi sono stati i caduti in nome di una fantomatica pulizia e igiene personale, che ancora mi viene difficile collegare all’epilazione totale. Tante sono state anche le discriminazioni nei riguardi delle signorine pelo-friendly che, per farla breve, dell’essere lisce come dei neonati se ne fregavano proprio , vessate continuamente dagli anti-peli che le circondavano.
Vittima di tali vessazioni sono stata anche io, che nei miei peli non ci ho mai trovato niente di strano. Così alla giovane età di 11 anni mi sono sottoposta alla prima ceretta. Ricordo perfettamente quel giorno, prima di una delle più importanti gare di nuoto della stagione, in cui mi feci praticamente scorticare da mia cognata. Durante quella che per me fu un’atroce sofferenza mi chiedevo il perché di tutto questo, cosa avessero di strano i miei peli e se fossero davvero così sbagliati. In fondo erano dei capelli, più corti e sulle gambe. “Non sta bene per una signorina essere pelosa!” dicevano.
Biologicamente parlando, tutta la peluria corporea è composta da filamenti di cheratina, quindi perché vi sono peli di serie A e peli di serie B? Perché le sopracciglia dovrebbero essere foltissime, mentre le mie gambe dovrebbero essere più glabre del viso di un lattante?
Sfatiamo qualche mito: la depilazione non è sinonimo di pulizia e cura della persona, tutt’altro… Depilarsi, soprattutto le parti intime, non fa che aumentare il rischio di infezioni e dermatiti: il pelo infatti, come nelle altre specie animali, ha funzione protettiva. La pelle, inoltre, soprattutto con il frequente utilizzo della ceretta, tende ad assottigliarsi e a perdere elasticità; in più gli strappi con le strisce possono causare ematomi e mettere in risalto i vasi sanguigni. Le creme depilatorie, invece, pur essendo un metodo totalmente indolore, non sono che l’anticristo per la cute, composte da sostanze chimiche acide che “sciolgono” i peli fino a farli staccare. Il rasoio è certamente il metodo preferito dall’80% della popolazione femminile: indolore, veloce e apparentemente meno rischioso. Sottolineo “apparentemente”; infatti il rasoio è composto da pure e semplici lame, dove possono annidarsi colonie batteriche, quindi potrebbe bastare un semplice taglietto causato dalla fretta della depilazione pre-appuntamento importante per ritrovarsi con un’infezione cutanea non indifferente. Ultimo, ma non per importanza, vi è l’epilatore elettrico − conosciuto da noi comuni mortali con il “Silk Epil” e affini − che se non usato correttamente può favorire la comparsa di peli incarniti e di follicoliti. Queste ultime sono infiammazioni, spesso dolorose, dei bulbi piliferi che si manifestano sotto forma di foruncoli arrossati. Per non parlare degli innumerevoli rischi (e costi!) ai quali si va incontro con la tanto osannata epilazione laser.
Ebbene, ogni giorno migliaia di donne da ogni parte del mondo si sottopongono a tali rischi semplicemente perché le convenzioni sociali glielo impongono, perché sono state convinte che la loro natura è sbagliata, perché una signorina “dovrebbe fare così”. Ognuno è padrone di se stesso, e nessun altro può dirgli cosa è giusto o cosa è sbagliato fare, siate liberi, siate indipendenti, siate ciò che siete non ciò che gli altri vogliono, e perché no…siate pelosi!
Articolo scritto da Daniela Santoro
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