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Channel: TR17 – Liceo classico “Pitagora” di Crotone – Teen Reporters
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Divano Rosso

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TR17_gennaio_1La sveglia suonava per la sesta o la settima volta. Decisi di porre fine alla sofferenza dei miei timpani svegliandomi una volta per tutte. Mi accorsi che qualcosa non andava già da quando il mio piede nudo entrò a contatto con una gelida colata di caffè proveniente da un thermos riversato sulla scrivania a pochi centimetri dal mio letto. Il mal di testa misto alla nausea accompagnava quel dolce risveglio. «Troppo tardi per pulire, troppo tardi per prendere medicine» pensai nel frenetico correre in bagno. La doccia era ancora più fredda del pavimento, troppo tardi per aspettare che si riscaldasse. Tremavo dal freddo mentre osservavo il mio corpo nudo − e forse un po’ troppo flaccido − lottando per infilare i jeans davanti allo specchio di quello che mi prendevo il lusso di definire un bagno. Entrando di fretta e furia nel salotto/cucina del mio triste bilocale mi trovai dinnanzi ad una spiacevole e assurda situazione: era scomparso il mio divano rosso. Tutto mi sembrava surreale: come aveva fatto un divano a scomparire senza lasciare alcuna traccia? Stropicciai gli occhi più e più volte cercando di capire se stessi ancora sognando o se avessi le allucinazioni, ma niente: il mio divano non c’era più, il mio divano preferito, nonché l’unico che io abbia mai avuto (mia madre preferiva le poltrone). Venni presa da sgomento, era l’unica cosa che mi permetteva di chiamare quel bunker “casa” ed era per giunta sparita, forse per sempre. Volevo indietro il mio divano a due posti, con il suo ruvido tessuto da quattro soldi rosso, le varie macchie di caffè e salsa tonnata e soprattutto il buco sul bracciolo destro che era diventato così grande da diventare un porta-bicchiere perfetto. Avevamo passato tanti bei momenti insieme, come quelle volte in cui − per ammazzare la noia − litigavo con me stessa e mi obbligavo a dormire sul divano, oppure quando tornavo a casa dopo una serata di baldoria ed era l’unico a sostenermi mentre collassavo: era più di un divano, era quasi un amico per me. Niente da fare, dovevo trovarlo, non c’era altra via. Comprare un divano nuovo non sarebbe stato lo stesso e poi le mie finanze non me lo permettevano. Abbandonati tutti i programmi della mattinata decisi di stampare un po’ di volantini e di appenderli per la città nella speranza che qualcuno avesse pietà nei confronti di una ragazza squattrinata che aveva perso il suo divano: “Avete visto questo divano? Contattatemi 555-060-6665”. Uscii di casa di corsa alla ricerca disperata del mio divano. Iniziai appendendo volantini nel mio quartiere e poi mi spostai verso il centro. Era caldo, troppo caldo, e l’unica cosa che volevo quella mattina era sdraiarmi sul mio divano nel mio appartamento con il ventilatore sparato in faccia e una cedrata gelata ma, prima di potermici spaparanzare sopra, avrei dovuto trovarlo perciò… gambe in spalla! Camminare sotto il sole cocente con 3 kg di volantini nella borsa mi fece rimpiangere quella volta in cui rinunciai a diventare una scout, probabilmente avrei imparato qualcosa di utile come resistere a temperature equatoriali o assicurare un divano al pavimento. Dopo aver appeso tutti i volantini a mia disposizione, mi sedetti ad un Burger king a fare il pieno di grassi saturi, controllando morbosamente il cellulare. Qualcuno prima o poi mi avrebbe chiamato per darmi notizie del mio divano o anche farmi solo un semplice scherzo telefonico, no? Aspettai invano ore perdendo lentamente la speranza di riconciliarmi con il mio più grande amico. Rassegnata lasciai il Burger King e mi avviai verso casa, tra passi trascinati e sospiri languidi: non sarei mai riuscita a rimpiazzare la ruvidezza ed il calore del mio divano, potevo comprarne uno nuovo ma non sarebbe stato lo stesso. Quando mi ritrovai di fronte al portone del mio palazzo mi sentii come se avessi appena finito la maratona di New York: grondavo sudore e cattivo umore. Salii le scale amareggiata e stremata e arrivata alla porta mi accorsi di una strana rivista sotto il tappeto. La tirai fuori da quel curioso nascondiglio e mi ritrovai in mano il nuovo catalogo dell’Ikea con una meravigliosa poltrona rossa in offerta sulla copertina. Lo infilai in borsa e sorridendo mi tirai dietro la porta. Alla fine una poltrona non era una cattiva idea.

Articolo scritto da Daniela Santoro

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